I bambini non amano perdere

 



I bambini amano giocare, lo farebbero tutto il giorno senza mai stancarsi....

I guai iniziano nei giochi di gruppo, nelle sfide nelle competizioni. 




I bambini non amano perdere e alcuni vivono fortissime frustrazioni e crisi di pianto. 
Come possiamo aiutarli?
Ecco una piccola guida per aiutare genitori ed educatori.


Primo punto.
Il gioco che avete proposto è adatto alla loro età?
Ogni età ha il proprio gioco. I bambini crescono attraverso la sperimentazione e attraverso il gioco, se però il gioco proposto è troppo "alto" inevitabilmente il bambino si sentirà poco adatto e aumenterà la sua frustrazione e la sua insicurezza.

Le case produttrici riportano sulle loro confezioni l'età indicativa a cui consigliano quel gioco. Immaginate un bambino di 2 anni che gioca a scacchi?  
Ci sono delle eccezioni, naturalmente,  ma se siamo inesperti questa indicazione può essere molto utile. 
Quando il bambino gioca con altri, ad un gioco non idoneo alla sua età,  pensa immediatamente di essere un incapace ed il pianto è dietro l'angolo.


Noi adulti crediamo che sia importante che il bambino impari a perdere ed è giusto ma frasi cosi al bambino non servono a nulla
"devi imparare a perdere" 
"non fare i capricci, non puoi vincere sempre tu"

Quando il bambino vive la frustrazione della sconfitta, l'adulto deve provare ad entrare in empatia con il piccolo, 
"anch'io da piccolo mi arrabbiavo molto, quando perdevo"
"io ti capisco"
"so come ti senti"
"piano piano impareremo a non arrabbiarci più cosi tanto"


Abbracciate il bambino, stategli vicino e provate a non giudicarlo. Avrà bisogno di sostegno, non lo fa a posta, sta solo imparando.



Durante questa fase è importante "sentire" le emozioni del bambino ma provare anche a sdrammatizzare con un sorriso.



Il sorriso tranquillizza il bambino e lo accompagna alla calma e all'ascolto. 
Sorridete della situazione con lui e NON DI LUI:




E' importante sapere che questa è solo una fase. Il punto più alto della frustrazione si tocca intorno ai 4 anni. Poi sparisce o quasi intorno ai 5/6 anni
Durante la fase più critica il bambino non ha ancora imparato a giocare per il "piacere" che il gioco gli da ma soltanto perché vuole vincere, vuole mostrarsi CAPACE agli occhi degli altri, essere primo ha una valenza emotiva e psicologica molto forte.

Superata la fase più critica, accompagnata dal sostegno dell'adulto, il bambino apprezzerà la bellezza dello stare insieme agli altri più che della vittoria.



Ultimissimo consiglio è quello di dare pochi consigli!



Fare la morale dare mille spiegazioni mentre il bambino è frustrato non serve a nulla. In questi casi sono fondamentali i rinforzi positivi, il sottolineare i successi anche quando il bambino perde. 

"Sei stato attento!"
"ti sei impegnato molto"

La cosa migliore rimane comunque quella di giocare insieme, divertirsi con lui, ridere e imparare a superare le difficoltà uno accanto all'altro.


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Grazie al prossimo post
























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